La vite e i tralci

Commento ai Vangeli della domenica di Padre Enzo Redolfi

28 Aprile 2024 -V DOMENICA DI PASQUA – B

La vite e i tralci

La parabola della vite e dei tralci, descritta oggi, spiega come devono essere i nostri rapporti con Dio, come considerarci discepoli del Maestro, come portare frutto e non consumare invano la nostra vita. Dice il Maestro: Come il tralcio non porta frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.

Per portare frutto di vita eterna bisogna rimanere uniti a Dio, perché è Dio la vita che alimenta il frutto. Chi da Lui si stacca muore, perché gli manca la grazia soprannaturale per stare sopra la natura, dominarla, vincerla, usarla per il regno dei cieli. Infatti, l’unione con Dio è fonte di vita, di luce, di sapienza, di virtù, di pace, di gioia, di santità. È Lui che ci permette di essere suoi figli amati ed eredi del regno dei cieli. Perciò dice il Signore: In questo è glorificato il Padre mio; che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

La vite e i tralci

Rimanere uniti a Dio, come il tralcio alla vite, significa volere ciò che Dio vuole, amare ciò che Dio ama, vivere come Dio vive, essere come Dio è, santificarsi come Dio è Santo. In altre parole, amarlo sopra ogni cosa e credere fermamente in Lui, osservando la Parola. Dice il discepolo Giovanni: Chi osserva i suoi comandamenti, dimora in Dio ed egli in lui.

La vite e i tralci

Noi abbiamo bisogno del Signore per portare frutto di vita eterna, perché senza di Lui non possiamo far nulla. Troppo forte è il Tentatore se non amiamo il Santificatore. Allo stesso tempo il Signore ha bisogno di noi, per fare della vita eterna un frutto. Non perché il Signore sia incapace di agire da solo, ma perché vuol fare di noi i suoi collaboratori per darcene merito. Come è necessaria la vite per portare nutrimento al tralcio, così è necessario il tralcio per dare frutto alla vite, in modo che ambedue godano dello stesso bene. L’Amore, infatti, vuol essere amato, per dare all’amato l’Amore. Ecco perché Gesù dice poi: In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

Dio, che è in cielo glorioso, vuol renderci suoi collaboratori nell’opera del bene, affinché il bene operato sia per noi motivo di gloria. Si serve di noi, perché ne abbiano onore sia i tralci che spuntano dalla vite, sia la vite che fa spuntare i tralci. Il Signore, infatti, ama servirsi dell’amato, per amare ciò che è Amore e dare gloria a chi ama.

La vite e i tralci

Dice ancora il Maestro: Ogni tralcio che porta frutto, lo pota, perché porti più frutto. Il Padre, che ha piantato la vigna nel mondo e ha mandato il proprio Figlio in mezzo a noi, ci pota perché portiamo ancora più frutto. La potatura causa sofferenza, perciò non dobbiamo temere se nella vita incontriamo prove, dolori, fatiche, lutti. Tali “mali” diventano beni quando servono a crescere e maturare, a capire e meritare, a produrre e abbondare. Infatti, è nell’azione e nel sacrificio che si capisce il valore della fede e delle altre virtù, poiché non c’è merito senza fatica e non c’è premio senza merito.

È scritto nel Salmo 21: Lodate il Signore, voi che lo temete. Noi che temiamo il Signore, perché crediamo in Lui e osserviamo la sua Parola, lo lodiamo quando santifichiamo il suo nome, come è detto nella preghiera del Padre Nostro (Mt 6,9), e quando lo testimoniamo al mondo. Di conseguenza più amiamo il bene, meno amiamo il male; più amiamo la virtù, meno amiamo il vizio; più amiamo il cielo, meno amiamo la terra; più amiamo lo spirito, meno amiamo la carne. Ecco perché, per lodare il Signore ed essere da Lui lodati, dobbiamo stare uniti a Gesù come i tralci sono uniti alla vite. Altrimenti diventiamo aridi e la nostra vita è inutile. Dice il Maestro: Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.

La vite e i tralci – Commento ai Vangeli della domenica di Padre Enzo Redolfi – 28 Aprile 2024 -V DOMENICA DI PASQUA – B

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OPERE DELLA CARITA’ – PARROCCHIA IN BENIN (AFRICA)

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Raggiunta e superata la somma dei 12 mila euro necessari per la costruzione della canonica in Benin del parroco Don Roland Tcharo: tcharoro@yahoo.fr  +22 99 57 22 055

Il Signore ricompensi, ora e nell’eternità, chi ha contribuito a dare gloria al suo Nome e alla sua Santissima Madre “Maria Corredentrice”.

I soldi in più serviranno per eventuali imprevisti o aumento di costi.

Raccolti 13.050 euro

Avevo già Inviato a Don Roland la prima rata di 7.000 euro per l’inizio dei lavori.

Ecco le due foto arrivata in questi giorni: canonica in costruzione e chiesa.

GRAZIE A TUTTI PER LA CARITA’ DIMOSTRATA!