Solennità di Pentecoste

V e r i t a s

Un aiuto per credere e vivere in Dio

Lezioni spirituali di P. Enzo Redolfi

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23 Maggio 2021

Domenica di Pentecoste (B)

Appuntamento con la parola di Dio e le Lezioni spirituali di Padre Enzo Redolfi con il commento al Vangelo della domenica. Questa settimana si parla della “Solennità di Pentecoste”. 

Lo Spirito

 

Sono trascorsi cinquanta giorni dalla celebrazione della Pasqua. La solennità di Pentecoste, dal termine greco “Penteckosté” che significa “Cinquantesimo giorno”, conclude ufficialmente il tempo pasquale che celebra la risurrezione di Gesù. Tale solennità ricorda la discesa dello Spirito Santo su Maria Vergine e gli apostoli, mentre erano congregati nel cenacolo in preghiera e in ascolto della Parola. Sul loro capo, specie su quello di Maria, apparvero come delle fiammelle, per indicare il fuoco di Dio: la sua forza, la sua luce, la sua grazia.

La festa di Pentecoste, cinquanta giorni dopo la Pasqua, era già una festa per gli ebrei. Una festa agricola per l’inizio della mietitura del grano, e una festa religiosa per l’anniversario dell’alleanza con Dio, al Sinai, dopo l’uscita dall’Egitto. Tali ricorrenze manifestano ancor più il significato della Pentecoste cristiana, perché esprimono il valore del Pane del cielo e della Legge di Dio, celebrato dal Signore. Infatti, lo Spirito Santo, con la sua forza e la sua luce, ci accompagna nel nostro cammino verso la “terra promessa”, cioè verso il paradiso, e ci guida alla conoscenza della verità tutta intera (Gv 16,13-14).

Lo Spirito Santo è una delle Tre Persone Divine che formano l’unico e vero Dio. Sappiamo infatti, dalla rivelazione, che Dio è Uno solo, ma che è una comunione d’Amore di Tre Persone uguali e distinte: Padre, Figlio e Spirito Santo, che dall’eterno sono e dall’eterno si amano.

Solennità di Pentecoste

La parola “Dio” significa questo: “Io sono di Io”. In altre parole: “Io sono di Me stesso. Nessuno mi ha creato, perché da sempre sono. Infatti Io sono Colui che sono, Colui che È: il Signore” (Es 3,14; 6,2). È scritto anche: IO SONO IL SIGNORE, CHE PARLO CON GIUSTIZIA, CHE ANNUNZIO COSE RETTE. DIO, SIGNORE DI TUTTO L’UNIVERSO … FUORI DI ME NON C’È ALTRO DIO; DIO GIUSTO E SALVATORE NON C’È FUORI DI ME. VOLGETEVI A ME E SARETE SALVI, PAESI TUTTI DELLA TERRA, PERCHÉ IO SONO DIO; NON CE N’È ALTRI (Is 45,19.21-22).

Dio è Colui che È, Colui che esiste da sempre e per sempre. E qual è il termine giusto per definire lo Spirito? Il termine più vero non è “Consolatore”, bensì “Aiutante”, “Amante”, “Amore”. Lo Spirito Santo è il Cuore dell’Amore di Dio. È l’Amore che spinse il Padre a creare. L’Amore che spinse il Figlio a salvare. L’Amore che spinge lo Spirito ad aiutare.

Dobbiamo esser degni di ricevere lo Spirito Santo, perché Egli si degna di esser ricevuto da chi vuole riceverlo. Perciò dobbiamo fuggire dal chiasso del mondo, che soffoca sempre più il silenzio di Dio che non fa chiasso quando parla. Tv, radio, sport, cinema, spettacolo, internet sono un pericolo per chi non sa distinguere il cielo dalla terra, lo spirito dalla carne, il tempo dall’eternità. Come è possibile sentire Dio in una telecronaca di calcio, in cui si dà valore a ciò che è nulla e non si dà valore a ciò che È? Come sentire lo Spirito nel frastuono del mondo che stordisce l’uomo come una droga? È nel silenzio che parla Dio che è la Parola, perché dove ci sono troppe parole non c’è silenzio.

Dobbiamo invocare spesso su di noi l’azione dello Spirito Santo, perché ci mandi ancora i suoi sette doni: Sapienza, Intelletto, Consiglio, Fortezza, Scienza, Pietà, Timor di Dio. Questi sono sette, come sette sono i sacramenti, perché è nei sacramenti che troviamo lo Spirito. Ai sette doni, che vengono dai sette sacramenti, si contrappongono però i sette vizi capitali: Superbia, Avarizia, Lussuria, Ira, Gola, Invidia, Accidia. Per vincere questi, occorre usare quelli.

Invochiamo lo Spirito, perché ci sia di aiuto in questo tempo di crisi della fede, dove nemmeno la fede riesce più a credere a se stessa, perché si è mescolata col mondo. Invochiamo lo Spirito con questa semplice e bella preghiera: “Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano, i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Amen”.

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Solennità di Pentecoste. Creato per la gloria

È scritto nel libro dei Salmi: SIGNORE, SE GUARDO IL TUO CIELO, OPERA DELLE TUE DITA, LA LUNA E LE STELLE CHE TU HAI FISSATE, CHE COSA È L’UOMO PERCHÉ TE NE RICORDI E IL FIGLIO DELL’UOMO PERCHÉ TE NE CURI? EPPURE L’HAI FATTO POCO MENO DEGLI ANGELI, DI GLORIA E DI ONORE LO HAI CORONATO: GLI HAI DATO POTERE SULLE OPERE DELLE TUE MANI, TUTTO HAI POSTO SOTTO I SUOI PIEDI (Sl 8,4-7).

L’uomo è un essere di terra, come tutte le creature terrene. È un nulla, rispetto alle grandezze e alle potenze dell’universo, eppure è di poco inferiore agli angeli e onorato sopra tutte le creature, perché fatto ad immagine e somiglianza di Dio (Gn 1,26-27). Egli è libero, volitivo, intelligente, eterno. È scritto infatti: VOI SIETE DÈI, SIETE TUTTI FIGLI DELL’ALTISSIMO (Sl 82,6; Gv 10,34).

La persona umana è chiamata a vivere in modo difforme dagli animali e dalle piante, perché è destinata alla vita eterna nel regno dei cieli. È scritto: DIO HA CREATO L’UOMO PER L’IMMORTALITÀ; LO FECE A IMMAGINE DELLA PROPRIA NATURA (Sap 2,23); VOI VALETE PIÙ DI MOLTI PASSERI! (Mt 10,31); QUANTO È PIÙ PREZIOSO UN UOMO DI UNA PECORA! (Mt 12,12); VI PRENDERÒ CON ME, PERCHÉ SIATE ANCHE VOI DOVE SONO IO (Gv 14,3); LA NOSTRA PATRIA È NEI CIELI (Fil 3,20). Anche la Chiesa insegna: “L’uomo fu creato da Dio per un fine di beatitudine, oltre i confini della miseria terrestre” (Concilio Vaticano II, GS 18,2).

Da quando è creata, ogni persona è eterna come il suo Eterno Creatore. Inferiore agli angeli, in quanto materia, ma superiore ad essi in quanto gloria, perché gli angeli non hanno corpo e non possono fare del corpo un mezzo di santità. Così dice il Signore: IL VINCITORE LO FARÒ SEDERE PRESSO DI ME, SUL MIO TRONO, COME IO HO VINTO E MI SONO ASSISO PRESSO IL PADRE MIO SUL SUO TRONO (Ap 3,21).

Dio volle lasciar libero di scegliere il bene o il male, il peccato o la virtù, la vita o la morte, colui che aveva creato a sua immagine e somiglianza, così da rendere responsabile la sua scelta e meritoria la sua volontà. È detto infatti: IL SIGNORE DA PRINCIPIO CREÒ L’UOMO E LO LASCIÒ IN BALIA DEL SUO PROPRIO VOLERE. SE VUOI OSSERVERAI I COMANDAMENTI; L’ESSERE FEDELE DIPENDERÀ DAL TUO BUONVOLERE. EGLI TI HA POSTO DAVANTI IL FUOCO E L’ACQUA; LÀ DOVE VUOI STENDERAI LA TUA MANO. DAVANTI AGLI UOMINI STANNO LA VITA E LA MORTE; A OGNUNO SARÀ DATO CIÒ CHE A LUI PIACERÀ (Sir 15,14-17).

Il fine dell’uomo è la gloria. Ora egli è inferiore agli angeli, come è detto nei Salmi. Ma un giorno, l’uomo di buona volontà sarà superiore agli angeli, perché oltre ai meriti dello spirito avrà anche i meriti del corpo, per aver fatto del corpo uno strumento di meriti.

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